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Immagina che quando eri molto piccolo, sei caduto e ti sei rotto una gamba. Tuttavia questo fatto è passato inosservato, la gamba è cresciuta insieme, non capisci come sembra, e non si vede nulla. Il tempo è passato, hai imparato a camminare, e poi a correre, ma la vecchia ferita, dimenticata da tutti, continuava a farsi stesso sentito e avvelenando ogni tuo passo con il dolore. Ovviamente non avevi idea che potesse essere in qualche modo diverso. Sei cresciuto con questo dolore, ti sei abituato. Pensi che tutti intorno a te abbiano dolori alle gambe proprio come i tuoi. Questo è diventato uno stato abituale che è costantemente da qualche parte in secondo piano. E poi un giorno, per esempio, ti colpisci la mano. E poi appare una gentile zia infermiera e ti dà una compressa di antidolorifico (questo momento arriva sempre). E...✨✨✨✨✨✨✨✨✨✨✨ Oh miracolo, rallegrati! Il dolore è scomparso completamente. Ora puoi calpestare la gamba in modo completamente indolore! Puoi correre e saltare, gioire senza voltarti indietro, per la prima volta nella tua vita senti tanta leggerezza e libertà. Non sapevi nemmeno che potesse succedere. Ricordi questa sensazione. Sai che non vuoi tornare indietro. Si è verificata una fissazione. Hai trovato un modo per evitare il dolore, per evitare la realtà, e ora ti aggrapperai a questo metodo con tutte le tue membra. Perché prendere antidolorifici è decisamente più facile che andare dal medico, rompere le ossa e farle fondere per molto, molto tempo, prendersene cura, sottoporsi a riabilitazione e imparare di nuovo a camminare. Usando questa semplice metafora, voglio mostrare che una persona dipendente ha un sistema rotto di autoregolazione mentale fin dalla tenera età. Allora l'unico modo per alleviare la tensione, per scaricarsi (per non impazzire semplicemente) è usare o commettere altre azioni compulsive. Potrebbe essere qualsiasi cosa, alcol, tabacco, droga, lavoro, sesso, relazioni sentimentali con immersione totale nell'Altro, cibo, sport, shopping, sport estremi. La lista potrebbe continuare all'infinito. C’è solo un grande “MA” a questo proposito. Una vita felice, appagante, consapevole e lunga con la dipendenza è semplicemente impossibile. Il tossicodipendente fugge dalla realtà, non è in grado di costruire relazioni intime sane, ma solo oggettuali, ed è incline al suicidio passivo. Questo può essere corretto in terapia: programmi di gruppo in 12 fasi, terapia personale e lavoro individuale su se stessi. Con un solo avvertimento: devi sinceramente voler essere trattato. E per questo, di regola, devi andare fino in fondo.