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Un uomo mi chiama e dice che è depresso da molto tempo, che vuole scappare di casa e che ha già cominciato a crollare e ad essere aggressivo nei confronti della sua famiglia. Rispondo: "Vieni, sistemeremo la cosa". Lui viene, ma non da solo, ma con sua moglie. Quando le chiedo perché è venuta mia moglie, lei risponde non a me, ma a lui: “Te l’avevo detto che è tutta una truffa, usciamo di qui”, e si avvia decisa verso l’uscita. Vedendo la confusione del marito e il fatto che non ha fretta di seguirla, è sorpreso: "Resti?" Poi ancora qualche minuto di strattone verbale del marito al suo fianco e tenta di creare una coalizione contro di me. Alla fine se ne vanno. Lui è rimasto in silenzio, lei ha detto: "Andiamo, troveremo un posto dove i parenti possano essere presenti". Sii presente, leggi il controllo, in modo che venga trattato "come previsto", si senta di nuovo a suo agio, smetta di tormentarla con i suoi capricci e ribellione inappropriata ricordavano moltissimo alla coppia la madre-figlio, e non i coniugi. Questo è un classico esempio di confusione di ruoli in una coppia. Ma ognuno ha qualcosa da fare. Lui è malato e lei lo guarisce. E non importa che sia faticoso, ma il rapporto si basa su questo. Quando è difficile guardarsi l'un l'altro, devi mettere qualcosa tra loro e guardare lì. Potrebbe essere qualsiasi cosa: una malattia, un problema, bambini cresciuti da tempo, anche gli animali domestici andranno bene. Il risultato è una relazione non con l'altro, ma con ciò che si pone tra le persone, con questo oggetto. E sì, anche i bambini in questo caso si trasformano in un oggetto, e il rapporto muore. Non c'è vita in una relazione con un oggetto. Rimuovi l'oggetto e la relazione andrà in pezzi. Ecco perché entrambi lo tengono stretto. E nessun medico, guru, psicologo “curerà”, nessuno semplicemente permetterà loro di farlo. Altrimenti dovrai guardarti l'un l'altro e vedere nell'altro ciò che non vuoi vedere in te stesso e ciò che non vuoi vedere in te stesso l'altro ti rispecchia. E non è facile da vedere, devi ancora fare qualcosa al riguardo, accettarlo in qualche modo. Allora, forse, inizierà un altro rapporto, con una persona viva con le sue emozioni vive, la sua profondità e la sua vulnerabilità. Relazioni in cui non devi sopravvivere, ma in cui puoi semplicemente vivere.