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"Nei giorni di pensieri dolorosi sul destino della mia patria", osservando i contemporanei, ad esempio, attraverso il prisma di numerose storie di vita, convenzionalmente chiamate storie di clienti, chiedo una dolorosa domanda: chi è lui, il padre di oggi? Ha un futuro? Il famoso annuncio del filosofo visionario Nietzsche “Dio è morto” è rimbalzato chiaramente sulla figura del padre – oggi anche “Il Padre è morto” – triturata, sbiadita, sostituita da simulacri da a banca del seme o vera banca, simbolo di una vita di successo, che timbra "papà" di vario calibro, o leader dell'opposizione gonfiati attraverso un tubo, che sono sempre contrari, come il cartone animato Nonna riccio Ricorda, nel nostro folklore c'è un fiaba su come uno zingaro ha venduto un cavallo spacciato, "pelle e scheletro"? Lo gonfiò nell'ano attraverso un tubo, chiuse il foro con un tappo e lo vendette a un contadino stupido e meschino per un prezzo considerevole: "Il cavallo è troppo magro?" – temeva incredulo il contadino. “Non magro, ma snello!” - l'esperto ingannatore lo convinse. E così lo sfortunato acquirente acquistò un ronzino, un simulacro di un cavallo sano, in cui, al primo sforzo fisiologico, la spina era fuori dal corridoio, lo “spirito” zingaro eruppe con un rumore, rivelando non un maschio alfa dominante, ma un patetico, fetido nulla di fatto. Oggi la situazione del “nessun padre” è degenerata nella diffusa assenza di “nessun padre” (“no” proveniente dal padre). Ma esiste un “sì” “materno comune” senza precedenti, entusiasmante, salvavita (ma non salvavita!) "Sì, sì, sì", "non importa con cosa si diverte il bambino, purché non pianga" o "non si impicchi". Nella vita reale, la Grande Madre è sempre sulla strada del bambino suo padre, il quale, se è la sua volontà materna (supportata, ad esempio, da un profondo risentimento verso un uomo, non importa chi sia) può oscurare, annerire, svalutare per lungo tempo o addirittura per sempre il ruolo del padre. Davanti ai nostri occhi, “bambini” amanti della libertà e creativi, di genere ed età indistinti, che percepiscono i potenti “no” e “dovrebbero” come un’insopportabile violazione della loro presunzione unica, guidati dalla paura e ancora una volta paura, ma anche dall’invidia, dall’odio, riluttanza ad adempiere alla legge del padre, che non aveva giocato abbastanza ai “carri armati” virtuali, si unì (chissà, magari con la partecipazione di “madri” che cantavano “sono figli!”), nel tentativo di uccidere il “padre” e ottenere sbarazzarsi dell'usurpatore. Solo qui sta il problema: "un padre morto è più grande di uno vivo", e la confusione, l'ansia e l'orrore per l'ordine distrutto, che le persone da tempo immemorabile hanno seguito dalla nascita alla morte, comportano non solo il successivo rifiuto di "madri, ” ma anche la perdita del significato della libertà grafomane degli stessi “figli”. Lasciatemi spiegare. Quando dico “paterno”, “materno”, non intendo i genitori veri, che secondo il comandamento dobbiamo imparare a onorare, e nemmeno le immagini interiori paterne e materne distorte, che, infatti, non riflettono la vero stato delle cose, ma sono saldamente impresse nelle anime. No, intendo le cosiddette funzioni mentali: questi sono modi di organizzare l'esperienza umana e l'orientamento umano nel mondo, questi sono i regolatori di base dei processi dinamici mentali (individuali e collettivi), come i pulsanti "on/off", che danno forma comportamento e la natura della risposta agli stimoli esterni ed interni sia individualmente che in un vasto campo culturale. Quando il “padre” è assente, siamo privati ​​della “intuizione spirituale” – la capacità di ascoltare le chiamate e distinguere le voci – e di ricevere in cambio. l'eterogeneità spirituale e l'indistinguibilità di una “madre” onnicomprensiva. La “mamma” dice: accetta tutto. “Il Padre” dirige: tutto non significa nulla se non è stato precedentemente suddiviso in modo preciso (cito a memoria il pensiero di Hillman). La “Madre” dissolve e assorbe, il “Padre” divide e differenzia. Allora, cosa posso fare nel movimento collettivo per abolire il “padre”? Rispettando in particolare l'intuizione dell'antico genio greco Eraclito, il quale disse che il padre di tutte le cose e il re di tutti gli esseri è la guerra. È un tale “padre” che “trasforma alcuni in dei, altri in persone, rende alcuni schiavi, altri liberi”. Padre Pantocratore, Dio Onnipotente, posso con tutto il rispetto dare a mio padre un posto degno.