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Siamo creativi? Se fossi il genitore di te stesso, che tipo di genitore saresti? Critico? Morbido? Comprendere e accettare? Rigoroso? Motivante? Qui tu ed io siamo adulti, siamo già cresciuti. Che lo volessimo o no, questo è successo. E oggi noi stessi siamo “genitori interni” per noi stessi. Sì, continuiamo a sentire la voce di nostra madre dentro di noi. O di papà, o di un’altra persona importante per noi. Ma ora ripetiamo noi stessi le parole di mamma. Mentalmente. Ancora e ancora. Di nostra spontanea volontà. Oppure potremmo non ripeterlo. Potremmo notarlo e cambiarlo. E possiamo solo ripetere ciò che noi stessi vogliamo. Questa è la nostra testa, noi ne siamo i padroni, non importa quanto possa sembrare strano. E davvero possiamo solo ripetere quello che vogliamo. Sarà difficile, insolito? Certamente. All'inizio è difficile, poi diventa più facile. Poi, ovviamente, quando subentra la dipendenza. Cosa è meglio dire a te stesso? C'è una sfumatura qui: non devi dire a te stesso ciò in cui credi. Puoi dire a te stesso cosa vuoi da te stesso. Vuoi qualcosa da molto tempo e fortemente. Ma non c’è fiducia in se stessi. È qui che la tua voce interiore può aiutarti. Vuoi credere di poter creare la tua azienda o correre una maratona Allora queste sono le parole giuste: “Credo di poter creare la mia azienda” “Posso correre una maratona? Posso farlo” - questo è ciò che dovresti ripetere a te stesso. È come se fossi qualcuno che crede in te, qualunque cosa accada. Ripeti spesso? Tutto il tempo. Hai bisogno di fare qualcosa: studiare, formarti, lavorare Certo che sì. E poi i pensieri rafforzeranno proprio quegli stessi passi verso l'obiettivo, quelle azioni molto reali. Quindi i pensieri inizieranno ad aiutare e non a svalutare. Sostieni, non abbattere con ogni parola tagliente. Quali parole ti piace sentire rivolte a te? Parole su quanto sei figo? Come funzionerà tutto per te? Che hai già superato molto e puoi conquistare molte altre vette? Che sei pronto per andare avanti e raggiungere il tuo obiettivo? Prenditi un paio di minuti e pensa. Che tipo di “genitore interiore” sei adesso? Sei un critico interno? Sei tu quello che ti sostiene e incoraggia nei momenti difficili o sei tu quello che non crede in anticipo nel tuo successo? Quello che sussurra "riposo"? Quello che ti ammira? Colui che si aspetta insidie, errori e perdite. Come essere un buon genitore per te stesso? Inizia in piccolo: è triste per te, cosa stai facendo? Cosa faresti per il tuo amato figlio? Provalo!