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Dall'autore: i miei pensieri sulla natura del cinismo. A volte ci sono persone la cui comunicazione con loro provoca sentimenti spiacevoli. Sembra che l'interlocutore non abbia detto nulla di offensivo o spiacevole, e il tono può essere abbastanza amichevole, ma dopo la conversazione rimane un retrogusto amaro. "Oh, quindi si scopre che puoi avere un bell'aspetto", dice un amico a un altro quando si incontrano. E sembra un complimento, ma avvolto in un involucro cinico e provoca doppi sentimenti. Da un lato c'è l'ovvia affermazione che l'amico ha un bell'aspetto (elogio nascosto); dall'altro c'è la svalutazione con tanto di sorpresa: come hai fatto a farlo? Come fa una persona a diventare così? Cosa lo spinge a interagire con gli altri in modo così disonesto? Innanzitutto: paura. Paura del rifiuto, della svalutazione. Dopotutto, è molto più facile mordere in anticipo, senza aspettare che venga sferrato il colpo. Una persona che interagisce in questo modo avverte: “Non toccarmi, sono pericoloso”. Quindi il cinismo non è una dimostrazione di forza. È una dimostrazione di impotenza e delusione, una dimostrazione di paura e vulnerabilità. In secondo luogo, la delusione è associata al risentimento. Il risentimento nasce come conseguenza di aspettative ingiustificate. L’offesa contro molti porta delusione. Il cinismo è una componente invariabile della delusione nella vita. Nelle persone, nel sistema, nei valori, in tutto ciò che prima sembrava importante e aveva un significato. Solo una persona profondamente ferita, ferita fino all'anima, diventa cinica. Dopotutto, il cinismo non è altro che ridicolo di tutto ciò che prima era pieno di importanza ed era di grande importanza. In terzo luogo, la ricerca di persone “nella propria cerchia” - coloro che sono anche offesi, feriti e distrutti. Chi, se non un cinico, capirà un cinico? Dimostrando il suo cinismo (che ha sempre un elemento di superiorità rispetto agli altri), una persona attende una reazione. E un altro così cinico non potrà lasciarsele passare. Poi due cinici si incontrano in una corsa disperata. la loro conversazione è come un torneo di scherma: chi vincerà, chi si arrenderà, chi pungerà di più? Una persona forte si impegnerebbe in questi duelli verbali? Il cinismo è un’erbaccia che penetra fino al midollo. Una volta che cedi a un impulso e lo lasci scivolare via dalla lingua, il suo sapore, prima proibito e pericoloso, diventa per sempre desiderabile. Piccante, eccitante per la mente, inebriante per la sua pericolosità, diventa parte integrante dell'esistenza. E un giorno ti sorprendi a pensare che invece di parole di simpatia, partecipazione o semplicemente una frase neutra, un altro testo cinico esce dalle tue labbra.