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Dall'autore: un articolo su come il rapporto con nostro padre influenza il nostro successo e la nostra autorealizzazione professionale Abbiamo lavorato con un cliente su richiesta professionale. C'era una questione di scelta: restare in questa azienda o seguire il proprio manager, che parte per un altro posto e porta con sé la squadra. "Che importanza ha per te seguire il leader?" Abbiamo stabilito una... relazione con mio padre. Ciao, per favore! Cosa c’entra il papà con tutto questo?! Parliamo molto e spesso del ruolo del legame di una donna con sua madre. Ma nella stessa misura abbiamo bisogno del potere maschile di cui abbiamo bisogno. È questo che ci dà le basi per una vita di successo (vale a dire di successo, efficace, orientata ai risultati, ecc., Ecc.). Si esprime nel sentimento della propria competenza professionale “posso, so, farò”, che si trasforma in posizione, denaro, rispetto e autostima - in socializzazione di successo. E tutto ciò accade se c'è una connessione con l'Uomo Interiore - l'immagine di un uomo dentro di sé. Il nucleo di questa immagine si forma durante l'infanzia come risultato della comunicazione con il padre + il rapporto della madre con il padre. E non importa se ha parlato di lui chiaramente ad alta voce o semplicemente ha agitato la mano con nonchalance, come se dicesse: "Se solo ci fosse un uomo, altrimenti è solo un malinteso". Per un bambino, anche un gesto della mano è sufficiente affinché la sua psiche inizi a costruire dentro di sé l'immagine di un padre e, di conseguenza, un'immagine sufficiente di un uomo forte mi dà una sensazione di forza interiore, quella la sensazione stessa di "posso". Mancanza di forte pressione vitale, energia. Manifestazione debole nella società, basso livello di aspirazioni, sia professionali che materiali. Difficoltà nell’esprimersi, nell’autopresentarsi, quando si vuole dire al mondo: “Ciao, sono io!” No, più precisamente: “Sono IO!!!” Ma sembra che non ci sia voce e il mondo non sente l'incapacità di resistere alle difficoltà, superare gli ostacoli, tenere l'obiettivo davanti agli occhi. Riguarda l'immagine carente di un padre (leggi uomo): semplicemente ce n'era poco nella mia vita infantile o addirittura nessuno. E poi lo cercherò in giro, non dentro. Nella forma di un marito stabile e affidabile, un capo saggio, un insegnante, un mentore, un maestro, un guru. E non appena lo trovo, cado saldamente sotto la sua influenza, carisma, sensazione di forza, competenza, maestria. Sono felice e felice con lui. Sento il bisogno di stargli vicino. Mi sento al sicuro con lui. Ho bisogno di lui. Perché, davvero non riesco a capire, non riesco a comprendere. Lo so e basta. Gli sarò grato se, lasciando questo posto di lavoro, mi accoglierà nella sua squadra: “Oh, mi apprezza!”... L'azione deve essere compiuta. Meglio se si conclude con un padre vero e non con una figura che lo sostituisca, se non in termini reali, almeno in termini simbolici. Quando dico, guardando una foto di mio padre: “Papà, ti vedo, c'è sempre un posto nel mio cuore per l'amore per te, papà!"