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Dall'autore: un breve commento sul tema dell'avvio della psicoterapia per uno dei siti che divulgano l'aiuto psicologico. La seconda parte del titolo si riferisce a... il cliente. Primo cliente Prima dell'incontro con il cliente, c'era un'atmosfera per la prima seduta terapeutica, associata ad una certa ansia. Naturalmente era presente la consapevolezza delle cause dell'ansia: si tratta della mancanza, o meglio, di un minimo di conoscenza del cliente e, in relazione a ciò, del dubbio nello stabilire un rapido contatto lavorativo, il cosiddetto rapporto. Le linee guida terapeutiche direttive secondo l'ordine del primo incontro hanno aiutato a sopprimere l'ansia. Questa è, prima di tutto, una raccolta standard di informazioni sul cliente: età, istruzione, professione, stato civile e altre informazioni che possono essere ottenute dal cliente nel processo di racconto di se stesso. Naturalmente già durante questo ho provato ad utilizzare l'ascolto attivo. Successivamente, ho chiesto al cliente quali problemi presentava e chi o cosa pensava fosse la fonte. Dopodiché era imperativo chiedere cosa il cliente avrebbe voluto ricevere dal lavoro di consulenza, cioè chiarire la richiesta del cliente, ed è quello che ho fatto. Se quindi a ciò si aggiungono le condizioni economiche e confidenziali precedentemente concordate nella corrispondenza preliminare, allora si considerano concordate le principali disposizioni del contratto terapeutico con il cliente. Successivamente, secondo me, l’argomento della conversazione si è rivolto naturalmente alla storia della vita del cliente, a partire dall’infanzia. Durante il processo sono sorte anche delle pause che, nonostante la formazione specifica nel lavorare con il silenzio del cliente, hanno dovuto essere sopportate con una certa tensione. D’altra parte, ho capito che il livello di fiducia del cliente durante il primo incontro era ancora insufficiente e non era necessario intensificare il lavoro conducendo interventi terapeutici. Il risultato principale e senza dubbio positivo del primo incontro è stato che il cliente non ha espresso insoddisfazione per il risultato e ha accettato di continuare il lavoro di consulenza. A questo proposito mi sono sentito soddisfatto di una certa sferzata di energia. Naturalmente, c'erano dei dubbi, come sempre associati al rammarico del fatto che "non ho fatto questo" e "non avrebbe dovuto essere fatto in questo modo", ma ancora una volta, se ti avvicini davvero al processo, ho pensato (e penso ancora ) che ho fatto quasi il massimo da quello che si doveva fare, e non ho preso sul serio questi dubbi. Inoltre, ho sviluppato ipotesi terapeutiche sulla direzione in cui dovrei muovermi durante il prossimo incontro.