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Posto riservato. A me è capitato stamattina di rientrare a Mosca in treno. Come al solito, tutti si sono svegliati molto presto e la gente si era già radunata, seduta e aspettando il nostro arrivo. E ora vedo questa foto accanto a me. Sui sedili laterali viaggiano due persone: una nonna e un nipote, un maschio, come ho sentito più tardi da una conversazione durata 9 anni. Quindi eccolo qui. Il bambino chiede di tirare fuori il telefono dalla borsa per chiamare casa. E poi cerca di comprendere effettivamente le complessità delle chiamate su uno smartphone. La nonna fa commenti caustici e svalutanti su queste azioni. Tutto finisce con un fallimento. Il telefono viene rimesso a posto. Ma la nonna non si ferma, pronunciando con la più sottile abilità di svalutazione qualcosa sul fatto che “sei come un bambino di tre anni...”. E più avanti nel testo. Tranquillo, calmo, senza insulti. Da lei trasuda il puro veleno della svalutazione. E colpisce il bersaglio, con molta precisione. Guardo il bambino, oh, quanto mi sono familiari i sentimenti che ora può provare. Lo sguardo si offusca, da sotto la fronte, silenzioso – già educato, o ancora educato. Comincia a mordersi le labbra, deglutisce, ancora e ancora. Ma non si muove un solo muscolo del viso del bambino. In effetti, il cervello dei bambini è già perfettamente migliorato dal fatto che i ragazzi non piangono. E in generale... Ma i bambini si riprendono presto, passano 10 minuti, l'onda emotiva luminosa si placa. La nonna chiede di togliere il mantello dal gancio in alto. Il ragazzo salta su, si arrampica, tenta, tenta di raggiungere il gancio. Il mantello viene rimosso. E, oh ​​mio Dio, il gancio si è staccato. Si scopre che le mani del bambino non crescono come dovrebbero. E la nuova porzione si svaluta. Puro, selezionato, niente di superfluo, niente amore, gentilezza o tenerezza. Solo svalutazione caustica e cristallina. Giusto al punto. E tutto è nuovo. Guardo questo bambino e mi si stringe il cuore, vorrei dire alla nonna di non paralizzare la psiche del bambino, ma... Non vuole sentire. Questo è un amore così terribile. Tra 20 anni, se sei fortunato, questo ragazzo apparirà sulla soglia del mio ufficio, o di quello dei miei colleghi. E passeremo anni a scavare e sradicare questa nonna dal nitrito, dove a quel punto avrà saldamente messo radici. E ti insegneremo ad amare te stesso e ad accettarti. Per anni. Ma questo sarà tutto dopo. E ora il viaggio è finito. Il treno è arrivato. Sono uscito per primo.