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Nella serie di articoli Terapia cognitivo comportamentale. Pensieri, convinzioni e lavoro con essi, scrivo della terapia cognitivo comportamentale (CBT), delle sue aree di applicazione, dei metodi di lavoro. E riguardo ai miti che esistono riguardo a quest'area della psicologia, continuo a rivedere i miti sulla CBT che vedo su Internet, eseguiti da vari "guru" ed "esperti in tutto il mondo". Il primo mito può essere letto qui Mitologia poco interessante sulla terapia cognitivo comportamentale (Parte 1) Mito secondo La CBT è una scuola di psicologia insensibile. Non è importante per i sentimenti di una persona, è meccanico e limitato solo ai pensieri. La confutazione di questo mito è già contenuta nello schema di lavoro primario, utilizzato nella CBT nella prima fase del lavoro: la diagnostica , in base al quale vengono analizzate le situazioni del Cliente in cui sperimenta disagio emotivo. Mi limiterò a dargli A - evento attivante: dove si verifica esattamente la situazione? Tempo? Cosa vedo in questo momento? Cosa sento in questo momento? B – pensieri: quali pensieri ho in testa in quel momento. (10-15 pensieri) C - sensazione o esperienza negativa: cosa sto provando in questo momento? Qual è la sensazione in questo momento? Determina l'intensità del sentimento D - azione fissa (osservabile!): In questo momento e in questo luogo, quando lo sento - quali azioni eseguo E - sensazioni fisiologiche: In questo momento e in questo luogo, quando lo sento -? quali sensazioni nel corpo? In quale parte del corpo?