I'm not a robot

CAPTCHA

Privacy - Terms

reCAPTCHA v4
Link



















Original text

Lavorare con una donna mi porta così tante nuove conoscenze ed esperienze. Con donne diverse. Con i loro destini e le loro relazioni diverse. Ma tutto è iniziato con Cenerentola. Con il desiderio di ripetere la sua storia. E tutto è finito al mio ricevimento. Da uno psicologo. - Sono uno spazio vuoto. Non sono niente di me stesso. Non ho nulla di cui vantarmi nella vita. Con queste parole è iniziato il nostro incontro. Ed è una donna lussuosa, te lo dico. Ma in uno stato così sciolto. -È tutta colpa mia. Se non fosse per me, il mio uomo non sarebbe così insoddisfatto. Per completare il quadro, vi parlerò un po’ di questa donna. Ha 38 anni. Vive nel centro della città. Istruzione superiore. Lavora come capo contabile. Secondo matrimonio. Grande bambino. E un altro nel ruolo del secondo marito. -Ma mi amavo. Amavo la mia voce. La sua rotondità. Le tue risate e il tuo umorismo sarcastico. Mi sono piaciuti gli specchi. Il vero me era in loro. Sì, avevo dei difetti, ma li amavo anche. Mi è successo qualcosa. E' rotto da qualche parte. Sono diventato cattivo. Lei non è andata male. Ha tradito se stessa. Ma, come dicono gli avvocati, non poteva qualificare questo in alcun modo. -L'ho amato. Mi amava. Volevo così tanto stare con lui che a volte mi soffocavo. Non gli piaceva la mia cucina, ci ho provato. Con tutte le mie forze. Ma non gli è piaciuto. Non gli piaceva la mia figura: ho iniziato ad andare in palestra. Mi sono interessato al digiuno. Dopo un po’ si è scoperto il mio carattere disgustoso. Ho iniziato a crollare. Ho urlato. Pensavo non mi avesse sentito. Quando ho parlato, si è chiuso in un'altra stanza. Ho iniziato a urlare, pensava che fossi isterica. Volevo essere orgoglioso. per dimostrare che ero indipendente, ho lasciato il mio appartamento e ho lasciato tutto a lui. Ma poi è tornata: stava ridendo. Mi ha chiamato debole. Ho cominciato a considerarmi debole. No, ho cominciato a considerarmi uno spazio vuoto. Inutilità. Stupido. Anormale. Queste furono le sue parole. Cosa che lei accettò come vera. Per la verità nella più alta corte. È lui, è lui la colpa del fatto che questa giovane donna sana ha smesso di credere in se stessa. Che lei è rimasta zombi a causa sua. Che ha dato troppo e non ha chiesto nulla in cambio. Ha violato l’equilibrio obbligatorio tra prendere e dare. Ma è lei la colpa? Lei, quella che voleva amare ed essere amata? Quello che ha scoperto punti dolenti nella coppia su cui hanno anche sputato. Colei che, a causa dei traumi infantili, ha ceduto alla manipolazione. E che benedizione, durante i nostri incontri ha cominciato a prendere vita e a togliersi i suoi strani occhiali unilaterali. Senti e comprendi la situazione in cui ti trovi. Chiunque potrebbe entrarci in condizioni sfavorevoli. E ogni volta che capisco cosa sta succedendo, arriva la ferma convinzione di quanto sia necessario prendere sul serio la scelta di un compagno. Dopotutto, con una donna una donna vola e con un'altra cade. Passa inosservato e fa male. Traumatizzando corpo e anima. E come voglio che tutti gli incontri portino solo esperienze buone e luminose. E i nostri compagni ci raccontavano cose piacevoli che ci facevano desiderare di essere noi stessi!