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Dall'autore: Fonte: pubblicato il 29 agosto 2013. Come ho già scritto qui - Un problema è il primo passo per cambiare Se una persona affronta un problema, allora i suoi vecchi modi di reazione (atteggiamenti, opinioni, punti di vista, azioni) hanno smesso di funzionare nel quadro dell'argomento problematico. E, quindi, qualcosa deve cambiare. Cosa succede dopo? E poi arriva l’accettazione del fatto che c’è un problema. Se, ovviamente, arriva. A volte accade rapidamente, come un'epifania. E a volte possono volerci anni in vani tentativi di resuscitare il vecchio sistema di sopravvivenza. Ma, come dice l'antica saggezza indiana: "IL CAVALLO È MORTO - SCENDI!" E crea te stesso un nuovo "cavallo" che ti porterà oltre verso un futuro luminoso. Bene, o no, sta a te decidere. In altre parole, formulare una “richiesta” su come dovrebbe diventare Creare o creare significa partorire. E il parto è doloroso. Ma qualsiasi madre ti dirà che ne vale la pena. Il risultato di questo dolore nasconde tutto ciò che di spiacevole accade durante il processo del parto. Tornando al tema del cambiamento, vorrei sottolineare: se una persona non è pronta per i cambiamenti e ha paura internamente o non li vuole, allora inizia a "salsiccia", quindi la vita la spinge all'azione, e qui tutto dipende sulla scelta della persona, sul vettore della sua applicazione degli sforzi interni. O avanti verso il cambiamento, oppure torniamo a svalutare, reprimere e dimenticare tutto ciò che è apparso nella prima fase del cambiamento. Alla prossima volta, che sicuramente arriverà. Se una persona è pronta (o decide) di seguire il percorso previsto, si sente sollevata e continua il lavoro mentale iniziato quando è sorto il problema. E i cambiamenti cominciano ad apparire nella sua vita nel contesto della sua richiesta.